PRIMO IMPORTANTE RESTAURO PER LA CAPPELLA DI RONCHAMP

PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO FU CONSACRATA, LA CELEBRE OPERA ARCHITETTONICA DI LE CORBUSIER STA PER ESSERE SOTTOPOSTA A UN RESTAURO COMPLETO

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Fotografia della Cappella di Ronchamp nel mentre è in costruzione. Si osservino i materiali utilizzati: calcestruzzo armato per la copertura e pietrame per le murature portanti che saranno rivestite di intonaco scabro.
La Cappella di Ronchamp entro il suo boscoso contesto paesaggistico
Immagine della Cappella di Ronchamp che evidenzia i volumi più alti delle cappelle ‘periscopiche’ e la vasca/fontana che raccoglie le acque piovane in essa convogliate dal doccione a doppia canna
La parete interna con le aperture strombate e schermate da vetri policromi
Pianta della Cappella di Ronchamp. Sulla destra si individua il presbiterio esterno, protetto dall’aggetto della grande copertura
Modello dell’opera
Dettaglio delle superfici crettate dell’intonaco grezzo, e della più scura copertura in calcestruzzo armato lasciato a vista (emas photos 2005)
La porta principale d’ingresso con le pitture a smalti policromi (emas photos 2005)
Dettaglio delle pitture a smalti policromi sulla porta principale d’ingresso (emas photos 2005)
Le Corbusier

La celebre Cappella di Ronchamp, progettata da Le Corbusier, sarà sottoposta al primo importante restauro globale, da quando fu completata nel 1955. Lo ha annunciato Jean-Jacques Virot, presidente dell’associazione preposta alla gestione del sito (AONDH – Association Oeuvre Notre-Dame-du-Haut),  che attira tantissimi visitatori (circa 70.000 all’anno prima del covid-19) appassionati di architettura contemporanea e di Le Corbusier.

Gli interventi dovrebbero articolarsi in varie fasi, dal 2021 al 2024, terminate le quali l’opera dovrebbe riacquisire le sue ottimali condizioni di salute.

L’architetto che dirigerà le operazioni, Richard Duplat, specifica che il restauro consisterà nel migliorare l’impermeabilità della copertura, ristuccature i cretti, consolidare i calcestruzzi, pulire gli intonaci, restaurare le vetrate colorate, etc. Si provvederà, insomma, a curare le molteplici patologie riscontrate, al fine di prolungare nel tempo la vita del monumento.

I fondi per l’esecuzione dei lavori, calcolati in circa 2,3 milioni di euro, proverranno per la maggior parte da soggetti pubblici (Stato, Regione Bourgogne-Franche-Comté, Dipartimento della Haute-Saône), mentre per la restante parte (circa il 10%) proverranno dalla stessa associazione proprietaria, che ha lanciato una apposita campagna di crowdfunding per integrare la disponibilità di risorse.

Le Corbusier progettò la Cappella a iniziare dal 1950, nel mentre era impegnato in tanti altri importanti cantieri, quali quelli di Chandigarh e Ahmedabad in India. Ciononostante egli riuscì a trovare il tempo e l’ispirazione per conferire all’opera una fisionomia espressiva talmente forte da renderla subito universalmente nota, quale  spettacolare icona dei traguardi raggiunti dall’architettura mondiale nel XX secolo.

La Cappella costituisce in effetti uno dei vertici assoluti dell’architettura ‘plastico-scultorea’ che, intorno alla metà del secolo scorso, raggiunse esiti stupefacenti di creatività e audacia. L’esperienza di Ronchamp lasciò davvero meravigliati per come tradusse la voglia latente di liberare l’architettura dalle costrizioni della geometria e dai rigori dell’angolo retto, mediante l’impiego della pietra intonacata rusticamente e del calcestruzzo cementizio armato lasciato a vista.

Per un uomo come Le Corbusier, che era stato un prodigioso creatore di composizioni astratte e rigorose, la Cappella segnò quindi l’apertura di nuove prospettive e l’aggiunta di nuovi valori alla sua poetica in perpetuo fermento.

 

Della Cappella e delle sue mirabili qualità architettoniche si potrebbe parlare molto a lungo. Soffermandosi sulla conformazione plastico-scultorea che tende a sprigionare energia nell’ambiente nel mentre si staglia come nuova emergenza visiva nel paesaggio; sull’ingegnoso impianto planimetrico che agevola il percorso dei fedeli che raggiungono la collina di Ronchamp quale meta di pellegrinaggio; sulla forma avvolgente e periscopica delle cappelle complementari che movimentano le percezioni cinestetiche o quadridimensionali; sulla dialettica tra grevità e leggerezza che connota la vistosa copertura che si stacca pochissimo dai muri portanti convogliando le acque piovane in apposite vasche anch’esse plasmate artisticamente; sull’uso matericamente ‘brutalistico’ dei materiali, quali l’intonaco grezzo e scabro, tinteggiato di chiaro, che divenne fonte di infinite imitazioni; etc.

La Cappella possiede insomma tutto i pregi che la rendono un’opera d’architettura davvero unica. Giustamente classificata come “monumento storico” dallo Stato francese fin dal 1967 (dopo soli 12 anni dal suo completamento), nonché inclusa dal 2016 tra i patrimoni mondiali dell’umanità protetti dall’UNESCO, insieme ad altre opere del maestro francese di origini svizzere che ha dominato l’architettura del XX secolo.

L’aspetto che più ammiro della Cappella di Ronchamp consiste tuttavia nel manifestarsi quale frutto di una partenza dal “grado zero” dell’architettura, come avrebbe detto Bruno Zevi. Il che significa che essa appare concepita escludendo previamente tutte le possibili soluzioni scontate o precostituite, per raggiungere un esito morfologico totalmente inedito, anche in tema di rapporti tra artificio e natura, pur assolvendo alle esigenze funzionali e pur rispettando i caratteri del sito.

Ciò che in particolare mi lascia sempre stupefatto, ogni qualvolta riosservo le fattezze dell’opera, è la coesistenza di due aree presbiterali con rispettivi altari, una all’interno della chiesa e l’altra all’esterno, tra di esse comunicanti, le quali consentono di svolgere funzioni religiose sia al chiuso sia all’aperto, in modo adattabile alle circostanze. Un’invenzione solo in apparenza semplice ma in realtà geniale, che costituisce un autentico “uovo di Brunelleschi”.

La tutela dell’architettura contemporanea sta acquisendo vieppiù importanza, a mano a mano che opere sempre più numerose manifestano patologie che ne ledono o mettono a rischio la conservazione.

Il restauro della Cappella di Ronchamp costituirà sicuramente un banco di prova per la verifica di quanto sta segnando il divenire storico dell’ambito disciplinare, teorico e pratico, che impone approcci valutativi molto attenti e consapevoli.

 

 

EMAS – 14 febbraio 2021

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