CHRISTO / UN VERO PROFETA DELL’ARTE

OMAGGIO A UN GRANDE ARTISTA INTERNAZIONALE, MAESTRO NEL MODO DI MUTARE L'ESTETICA DEI PAESAGGI E DI INSEGNARE A VEDERE CON OCCHI ATTENTI LA REALTA'

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Come artista scelse il nome Christo, perché intuì quanto fosse importante trovarsi un appellativo che restasse impresso tra la gente, che destasse curiosità, che fosse unico. In verità non fece altro che farsi chiamare col suo nome di battesimo, Christo, ottenendo grande notorietà con una piccola ma geniale intuizione.

La capacità di riscuotere eclatanti successi, mediante atti  essenziali ma di forte impatto visivo,  appare del resto un’evidenza precipua dell’arte di Christo.  Un uomo che dalla natia Bulgaria, trasferendosi prima a Parigi e poi a New York, divenne insieme a Jeanne-Claude, la donna della sua vita, un protagonista svettante del panorama creativo mondiale.

Impacchettatore a grande scala

Christo è conosciuto soprattutto come impacchettatore ovvero come confezionatore di monumenti, palazzi, pezzi di ambiente, etc.  Tale attività lo rese celebre, quale autore di un modo di fare arte che apparve sulle prime poco comprensibile e  molto sorprendente. Eppure, ve ne erano eccome di significati e intenti artistici nell’inedito modo di comunicare di cui Christo divenne il profeta.

Impacchettando grandi ‘oggetti’ antropici o grandi porzioni di natura, Christo ha voluto farci capire che siamo istintivamente più attenti agli involucri che a ciò che gli involucri racchiudono, trascurando quindi di percepire l’essenza vera delle cose. Noi  soffermiamo la nostra attenzione visiva sulle cose solo in quanto presentateci sotto veste di confezioni, che appaiono ai nostri occhi persino più importanti dei contenuti.

Tali riflessioni basilari pongono la creatività di Christo entro i vasti ambiti della Pop Art e del Nouveau Réalisme.  Entrambi movimenti che cercarono di trarre ispirazioni dalla realtà prevalentemente consumistica che stava imponendosi ai suoi tempi a livello mondiale.  L’attenzione ai modi di percepire la realtà andando oltre la sua parvenza esteriore, con operazioni basate più sul valore delle idee che dei risultati, avvicinano Christo molto anche alla sensibilità della Conceptual Art, un’altra corrente importantissima della cultura contemporanea.

Artista d’avanguardia

Christo è quindi riuscito a sintonizzarsi con l’essenza dell’arte moderna occidentale che, dalle ‘avanguardie storiche’ a oggi, ha incluso tantissime esperienze tese ad arricchire la riflessione teorica e la criticità, favorendo il coraggio di osare. Anche per questo lo considero un vero profeta dell’arte, ossia un lungimirante e fecondo spalancatore di prospettive.

Ma c’è un altro valore precipuo dell’arte di Christo che a mio parere va evidenziato: quello riguardante l’incidenza che la creatività artistica può avere nell’aumentare il valore estetico del paesaggio e dell’ambiente.  Si tratta di un tema anch’esso alquanto espressivo dell’arte contemporanea, indagato soprattutto dalla Land Art che ha costituito una corrente anch’essa intrisa di comunicatività su base concettuale.

In sue varie opere, come Valley Curtain in Colorado (1970-72) o The Gates in Central Park a New York (2004-05), Christo ha dimostrato che l’arte, con pochi ma studiati inserti, dagli effetti percepibili, può cambiare completamente l’aspetto dei paesaggi, apportandovi nuovi valori estetici.  Ciò lo accomuna ad altri grandi artisti che hanno lavorato sull’estesa dimensione ambientale, tra cui Alberto Burri autore del famoso Cretto di Gibellina in Sicilia (1984-89).

 

Sul Lago d’Iseo

Entro tale filone è collocabile l’opera The Floating Piers (giugno 2016), sul Lago d’Iseo, che ho avuto la fortuna di ammirare e percorrere di persona grazie all’ospitalità di un caro amico.  Devo dire che l’emozione fu davvero indimenticabile. Sia per la vista della passerella flottante, avvolta da un telo di colore arancione sgargiante che risaltava fortemente nel sereno paesaggio lacustre, sia per la sensazione provata nel sentire i lievi movimenti trasmessi dalle onde dell’acqua ai lunghi pontili, percorsi dai visitatori accorsi in gran numero.  Anche sul Lago d’Iseo, Christo ha dimostrato che possono esistere modi inediti ed emozionalmente appaganti, quantunque effimeri, di estetizzare il paesaggio mediante la creazione artistica.  La qual cosa costituisce un merito storico di grande importanza, che purtroppo in Italia è poco considerato da molti sedicenti ‘professionisti del paesaggio’, devoti più che altro alla burocrazia e al pedissequo rispetto delle procedure.

Ricordo ancora perfettamente, il giorno dell’inaugurazione, il volto raggiante di Christo, avvolto nei fluenti capelli bianchi, nel mentre egli si ergeva sulla prua della barca ammiraglia, da cui si comandavano le operazioni per la buona riuscita anche pratica della complessa installazione ambientale.   Esprimeva fierezza per il successo dell’iniziativa che aveva vinto i dubbi e i malumori di molti, regalando al placido lago lombardo una esperienza unica nel farsi della sua storia.

Anche per questo, quando ho saputo che il 31 maggio 2020 Christo si è spento, all’età di 84 anni, sono rimasto dispiaciuto per la perdita di un uomo che ha dato tanto all’arte, distinguendosi per la vocazione alla libertà assoluta e per la spregiudicata umanità nell’oltrepassare i limiti delle convenzioni, delle banalità, dei conformismi.

EMas – giugno 2020

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L’architetto Thierry Valfort (a sinistra) e l’avvocato Domenico Dentamaro (a destra) – (emasphotos giugno 2016)
Pinzy e Pepy (emasphotos giugno 2016)